LA LEGGENDA DIOMEDEA e la Berta Maggiore

Diomede nacque nell’antica città greca di “Argos Hippium” da Tideo, re dell’Etolia, e da Deifile, figlia di Adrasto, re di Argo. Dopo la morte del re Adrasto, Diomede ebbe la signoria di Argo e diventò re dell’Etolia.
Uomo alto e robusto, egli fu reputato dai greci il più forte ed il più valoroso in battaglia. Partecipò alla guerra di Troia, che vinse con arte ed astuzia mirabili.
Dopo l’eccidio compiuto nella città, da lui rasa al suolo, tornò in patria, adoperando come zavorra della sua nave le pietre delle mura troiane.
Al suo ritorno, però, scoprì l’adulterio della moglie Egialea e fuggì con la sua flotta in Occidente.

Durante una tempesta nel mar Adriatico le sue navi si ritrovarono casualmente presso le isole Tremiti alle quali, una volta sbarcato, Diomede diede il proprio nome.
A questo mitico eroe, definito da Virgilio “Victor Gargani” è attribuita la fondazione di molte citta’ della Daunia e del Promontorio, come Arpi, Lucera, Canosa e Venosa.
Tante sono le leggende sulla sua morte, ma la piu’ accreditata lo vede morto in un duello con il fratello per una questione amorosa e, conseguentemente, sepolto nelle isole Tremiti, nel luogo in cui oggi sorge l’Abbazia.

LE DIOMEDEE DELLE ISOLE TREMITI

La berta maggiore è una specie di uccello migratore caratteristica e tipica di questo arcipelago; le scogliere a picco sul mare, anfratti e caverne delle isole di S. Domino e Caprara, sono tra i luoghi preferiti da diverse decine di coppie che vi tornano, primavera dopo primavera, per farvi il nido ed allevare i piccoli.

Al tramonto le coppie lasciano il mare e volano verso le scogliere dove nei rituali del corteggiamento e dell’accoppiamento emettono le famose grida sgraziate e roche scambiate in passato per lamenti funebri o per vagiti di neonati.
La leggenda vuole che queste inquietanti grida, simili a lamenti umani, siano gemiti dei fedeli compagni di Diomede i quali, affranti dal dolore per la morte dell’eroe greco, piansero a tal punto da indurre la dea Afrodite a trasformarli in uccelli: da qui l’origine del nome Diomedee attribuito alle berte.

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