Tributo a Lucio Dalla

COME È PROFONDO IL MARE – INTERVISTA A LUCIO DALLA

Le acque cristalline, la trasparenza dei fondali, il cielo stellato e le romantiche calette:
le isole Tremiti rivivono nelle canzoni di Lucio Dalla, perché è da questi luoghi che il cantautore ha tratto ispirazione per la sua musica
Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare… E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino..”.

Non è una canzone autobiografica vera e propria ma mi piace pensare che quell’uomo possa essere io, venuto dal mare, dal mare del Sud che sa amare. Quel sud sono le Tremiti”. Non ha esitazioni Lucio Dalla, autore di 4 marzo 1943, nello scegliere le Tremiti come le sue isole preferite.

Qui ho passato le mie estati sin da bambino e troppi ricordi mi legano a questi luoghi”. Ma non è solo un motivo affettivo che spinge il cantautore bolognese a tornare, quando può, in quest’eden terrestre. “Tremiti è un posto estremo, il mio posto dell’anima – spiega – Il mio karma è diviso tra isola e città.

E se Bologna rappresenta il volto urbano di questa appartenzenza, le Tremiti sono quello più intimo. Mi sento tremitese d’adozione, i difetti degli abitanti si sommano con i miei, così come i loro pregi”.

Un amore così forte tanto da decidere di trascorrere sull’isola molti giorni dell’anno. Ha una casa che si affaccia sul mare, proprio su Cala Matana a San Domino (quella stessa caletta che ha dato il titolo alla canzone Luna Matana che ricorda i pleniluni sulla baia) e di recente, ha acquistato un’antica farmacia a San Nicola per farne un altro suo “rifugio”.

Spesso anche la barca “Brilla e Billy” (dal nome dei suoi cani), con i suoi ventiquattro metri, fa bella mostra di sè al porticciolo, attrezzata di tutto punto per essere un vero studio di registrazione galleggiante. La popolazione ha ricambiato la fedeltà al cantautore, attribuendogli la cittadinanza onoraria.

Del resto Dalla è un vero isolano: prodigo di sorrisi e di battute, parla con chiunque e, per nulla infastidito, firma autografi a tutti. A raccoglierne per noi i ricordi c’è un suo vecchio amico: è Giacomo Napolitani che ha seguito il cantante per oltre venti anni. “Avevo un ristorante – ci dice – e lui, che era ancora all’inizio della sua carriera, era un mio buon cliente. Poi un giorno mi chiese di mollare tutto e seguirlo. Accettai subito e così divenni il suo uomo di fiducia.

Ancora oggi faccio da custode alla sua casa e, a volte, mi diverto a cucinare per lui”. Anche Tonino Santoro, proprietario della storica discoteca Diomede, must dell’isola di San Domino racconta di complicità fortissime. “ConLucioci dice Tonino, appassionato di musica e anche compositore – parlo di tutto, scherziamo e spesso gli faccio ascoltare i brani che io scrivo. Non di rado intona qualche sua canzone nel mio locale.

Il sogno di molti tremitesi è quello che un giorno proprio Dalla possa essere il nostro sindaco, magari quando sarà meno impegnato con la musica”. Già la musica, quella che, per molte delle sue canzoni, ha tratto ispirazione proprio da questi luoghi. Qui sono nate Com’è profondo il mare, 4 marzo 1943, Luna Matàna o il musical Tosca.

Questo posto – continua Dalla – favorisce il mio modo visionario di raccontare il mondo e poi aiuta a sognare, soprattutto quando c’è un meraviglioso cielo stellato che puoi vedere uguale solo nel Sahara. Un solo consiglio: bisogna vivere le Tremiti lasciandosi trasportare dai ritmi naturali, solo così si potranno amare nella loro interezza”.

Le Tremiti dunque si vivono, non si visitano. E si vivono a piedi (non è possibile portare le auto, a meno che non si sia residenti), anche perché hanno davvero dimensioni ridotte. San Domino, ad esempio, si estende in soli tre chilometri di lunghezza, ma è un concentrato di meraviglie.

Tra un tuffo in acque cristalline e un bagno di sole in una delle tante romantiche calette (da non perdere Cala Matana, Cala della Tramontana, Cala delle Arene, l’unica spiaggetta dai fondali bassi) c’è tanto da scegliere. Sembra una meta esotica. Quasi non ci si crede, guardando le trasparenze dei fondali, dalle sfumature di verde chiaro, blu e turchese, che sia mare Adriatico.

Certo non bisogna aspettarsi l’efficienza dei servizi turistici della Romagna, ma le Tremiti sono una meta ideale per chi cerca una vacanza in piena libertà a contatto con la natura. Nessun altro posto offre la stessa atmosfera calda e genuina.

L’arcipelago tremitese è natura aspra e selvaggia e la sua bellezza è proprio nel fascino bucolico (è anche Riserva Naturale Marina costituita nel 1989, all’interno del Parco Nazionale del Gargano.

Sin dall’arrivo, in una sorta di mercato, giovani e barcaioli offrono tour in barca, minicrociere in traghetto, noleggio di gommoni, escursioni varie. Il tutto alla scoperta di insenature e grotte. Come la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio della foca marina, lunga 70 metri che si può attraversare in barca. O ancora la Grotta delle Viole, che prende il nome dal riflesso violaceo che assume la roccia calcarea, soprattutto all’alba.

Da vedere anche lo scoglio dell’elefante: con un po’ di fantasia si riconosce un pachiderma accasciato con la proboscide immersa nell’acqua. E L’Architiello di Caprara, roccia scolpita come ponte naturale dall’erosione marina, con la sua spettacolare volta alta sei metri sul pelo dell’acqua.

La gente del luogo consiglia alle coppie di passarvi sotto, perché la tradizione vuole che le promesse d’amore scambiate in quel punto godano di durata eterna. Il mare, nei pressi dell’isola di Caprara, tra i tanti misteri di anfratti inesplorati, custodisce un segreto: la statua di Padre Pio, a circa 12 metri di profondità, opera dello scultore Mimmo Norcia. Infine da non perdere un’escursione a San Nicola, il capoluogo amministrativo delle isole.

Il suo centro antico, con i numerosi scalini (vi è la possibilità di salire in ascensore al costo di un euro), s’affaccia su una rupe da dove, con lo sguardo, è possibile spaziare fino a perdersi e inebriarsi di colori e profumi. Dal tramonto all’alba è tutto un brulicare di voci, veri inni allo stupore man mano che l’occhio del turista scopre gli scorci che si aprono percorrendo i vicoli e i sentieri ombreggiati dalla fitta trama delle case.

Ancor di più, in questo posto, si sente l’aura di un luogo senza tempo e si può ascoltare dagli abitanti ancora un dialetto arcaico, molto simile a quello napoletano settecentesco.

Qui si possono visitare il convento-castello dei Frati benedettini e l’Abbazia di Santa Maria a Mare, definita la Montecassino del mare per la sua imponenza, che conserva mosaici pavimentali dell’XI secolo e un crocifisso del XIII secolo.

Le mura dell’abbazia sono anche teatro del mega concerto che Lucio Dalla, da qualche anno a fine giugno, organizza per la cittadinanza, insieme ad altri big, regalando all’isola una notte di sogni e di magia.

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