ARCHIVIO ATTIVO ARTE CONTEMPORANEA

C’è un’isola chiamata Diomedea, dove si trovano numerosi aironi. Essi, a quel che si dice, non aggrediscono i Barbari, ma neanche li avvicinano. Se invece approda un Greco, per una sorta di dono divino si avvicinano spiegando le ali come fossero mani per accoglierli e abbracciarli.
E se i Greci li toccano non fuggono, ma restano immobili e si lasciano toccare; e se si siedono, gli volano in grembo, quasi fossero invitati a banchetto.
Sono, si dice, i compagni di Diomede, che presero parte con lui alla guerra di Troia. In seguito, essi mutarono la loro primitiva forma umana in quella di uccelli, anche se conservano tuttora la loro natura di Elleni e di filelleni”.

All’origine, dio fece l’indole delle donne in modi distinti.
Una la fece da una scrofa dalle lunghe setole. Nella sua casa, ogni cosa è sparsa e rotola per terra, sudicia e senz’ordine; lei, poi, senza nemmeno lavarsi, con un vestito che non ha mai visto l’acqua, ingrassa acquattata su un letamaio… Un’altra (la fece) da una cagna… vera figlia di sua madre… Un’altra gli dèi Olimpii la plasmarono con la terra, e la diedero all’uomo per sua disgrazia… Un’altra (la fecero) da una donnola, razza funesta e sciagurata… Un’altra la generò una raffinata cavalla dalla lunga criniera”.

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